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Cuori ardenti, piedi in cammino

Cuori ardenti, piedi in cammino

Da mercoledì 10 a sabato 13 aprile si è tenuto il 67° Convegno Nazionale Missionario dei Seminaristi a Loreto, presso il Pontificio Santuario della Santa Casa. Il convegno, organizzato da Fondazione Missio, Organismo Pastorale della Conferenza Episcopale Italiana, è rivolto ai seminaristi di tutta l’Italia. Da anni ormai il Collegio Urbano vi partecipa nel segno della missione e dello scambio di esperienze con le Chiesa italiana che ci ospita durante gli anni della nostra formazione. Anche quest’anno il Collegio Urbano è stato rappresento da tre seminaristi appartenenti al gruppo di animazione missionaria (GAMIS). 

Essere missione con cuori ardenti e piedi in cammino
Alla luce del mistero dell’Incarnazione e dall’esperienza dei discepoli di Emmaus (cf. Lc 24, 23-35), il convegno ha voluto riflettere sulla «volontà e disponibilità di essere missionari umani, autentici e che sappiano manifestare con la loro vita l’immagine di Gesù, missionario del Padre». Nel messaggio di accoglienza, Mons. Fabio Dal Cin, Arcivescovo-Prelato di Loreto, ha incoraggiato i seminaristi a «diventare missionari credibili che riescano a uscire da se stessi con gli occhi aperti per vedere la realtà dei fratelli e con le ginocchia forti e perseveranti per stare in preghiera con il Signore». Il Rettore del Seminario Regionale di Ancona, don Claudio Marchetti, ha poi ribadito che si può trovare l’essenza di un missionario «non perché parla di se stesso, ma perché ha una vita credibile d’accordo al Vangelo». 

Entrare nella nostra esperienza umana, per entrare nell’esperienza di Dio
Durante la mattina di giovedì, il convegno è stato arricchito dalla presenza di Suor Chiara Cavazza, psicoterapeuta appartenente alle suore Francescane dell’Immacolata di Palagano (Bologna). Nella sua relazione ha invitato i seminaristi ad «aprire il cuore, a spogliarci dalle maschere per lasciarci sanare da Dio e aiutare a sanare gli altri». Nella riflessione sul cuore, luogo dove cresce la relazione intima tra Dio e l’uomo, Suor Chiara ha sottolineato che «è con il cuore umano – quello che ha dei sentimenti, emozioni, cresce, si fa piccolo – che dobbiamo amare Dio, trasformando le nostre paure e apparenze in strumenti di relazione intima con Dio».  

Che ne sa un monaco di missione?
Nel giorno di venerdì siamo stati poi accompagnati da padre Gianni Giacomelli, monaco camaldolense. Con lui abbiamo riflettuto sulla dimensione missionaria di una comunità cristiana, partendo dalla «grandezza di usare le nostre capacità per il servizio fraterno. Ogni missione risponde a un dramma antropologico e ogni comunità cresce perché c’è un ministero da vivere». Perché la comunità sia pienamente missionaria, «si deve cominciare dal primo atto di evangelizzazione, cioè l’ascolto, e dalla capacità che tutti abbiano un grande desiderio di cercare veramente il Signore Risorto. Una comunità missionaria non cresce dal protocollo ma dall’empatia del dialogo, perché il dialogo ci fa creare ponti per l’unione tra le genti».

Avere il coraggio di andare in missione… e pure di tornare: la missionarietà diocesana
A conclusione del convegno, don Giuseppe Pizzoli, direttore generale della Fondazione Missio, ha fatto sintesi degli elementi principali che sono emersi: «c’è bisogno di riscoprire la vocazione battesimale: battezzati-inviati. I seminaristi e il clero diocesano sono invitati a vivere la missione secondo lo stile diocesano: sentirsi inseriti in una chiesa locale, formarsi con il senso di appartenenza affinché la Chiesa locale sia in grado di camminare con le sue gambe. Riconoscere i propri limiti guardando oltre per vivere il celibato sacerdotale con una totale appartenenza a Cristo». 

Per noi seminaristi le giornate del Convegno sono state cariche di preghiera, uno stimolo alla nostra vocazione e alla partecipazione alla missione universale della Chiesa. Il prossimo Convegno nazionale missionario per i seminaristi si terrà nel 2025 a Reggio Calabria.



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