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“Uscire da sè per essere missionari di Cristo-Speranza”

“Uscire da sè per essere missionari di Cristo-Speranza”

Domenica 19 gennaio, pochi giorni dopo la memoria liturgica del Beato Paolo Manna (16 gennaio), si è tenuta una Tavola Rotonda sul tema “Uscire da sè per essere missionari di Cristo-Speranza”, moderata dal Segretario Generale della PUM, P. Anh Nhue Nguyen OFM, in cui sono intervenuti P. Rogerio Santana Neves, Direttore del Centro PIME di Ducenta (Caserta), luogo che custodisce la salma e la memoria del Beato, don Armando Nugnes, Rettore del Collegio Urbano, e don Alessandro Brandi, Direttore del Centro Internazionale di Animazione Missionaria (CIAM). Di seguito una sintesi degli interventi.


Padre Paolo Manna è per noi un modello: un missionario che esce dalla sua zona di comfort per portare la speranza di Cristo agli altri. Uscire da se stessi non è sempre facile, ma è essenziale per crescere e servire. Questa idea è al centro della nostra missione. Non si tratta solo di viaggiare in nuovi luoghi, ma di fare un cambiamento esistenziale: andare oltre i propri pensieri, opinioni e contesti culturali per connettersi con gli altri.
La vita e la missione del Beato Paolo Manna mostrano la chiamata a “uscire da sè”. Tre sono gli eventi centrali in questo senso: la missione evangelizzatrice in Birmania (Myanmar) per più di 10 anni; il rientro in Italia per motivi di salute e l’esperienza del “fallimento”; la fondazione del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME). Padre Manna è stato capace di vivere la missione fino in fondo, non in base ai suoi progetti, ma in accordo alla volontà di Dio, con creatività e zelo.


Paolo Manna rappresenta una potente testimonianza del coraggio necessario di andare oltre i piani o i progetti che potremmo aver immaginato per noi stessi, anche quelli buoni e santi, come rimanere in una particolare missione. Rispondere alla chiamata del Signore richiede fede, umiltà e disponibilità a ricominciare, talvolta da zero. Spesso, il Signore ci chiede di riorientare i nostri percorsi attraverso circostanze inaspettate, come il lavoro dei nostri superiori o le sfide della nostra fragilità umana, come la malattia. Il Signore utilizza questi momenti per rinnovare la Sua chiamata e ricordarci che vivere la nostra vocazione non riguarda il realizzare i nostri piani o idee, anche se sembrano buoni. Piuttosto, si tratta di essere strumenti della Sua volontà, rispondendo con fede e fiducia a ciò che Egli ci chiede.
Padre Manna lavorò anche per modernizzare la missione cristiana. Sottolineò l’importanza di essere vicini alle realtà culturali e sociali delle persone, comprendendone le difficoltà e offrendo soluzioni radicate nella fede. Questo approccio permise alla Chiesa di rispondere ai bisogni delle persone in modo significativo. Per noi, questa è una chiamata a coltivare una relazione profonda e personale con Cristo. Questa relazione è la fonte della nostra speranza, che ci guida mentre lavoriamo per un mondo dove giustizia, pace e libertà prevalgano. Cristo invita tutti noi ad essere Suoi strumenti nella costruzione di un tale mondo, portando il Suo amore e la Sua speranza in ogni angolo della terra.
L’opera di Padre Paolo Manna incarna lo spirito di andare oltre se stessi per servire gli altri. La sua eredità profuma di Speranza. In oltre 120 paesi del mondo dove è presente “Missio”, Padre Manna continua ad essere ricordato e celebrato, e il suo esempio influenza tante vite di missionari e di comunità.

KUJUR Suman

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